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L’INTERVENTO DI MONICA TOMMASI

La Nuova Presidente si Presenta

di: Monica Tommasi


Sono arrivata in questa associazione nel 2007 per un lavoro sui costi esterni dei trasporti. Provengo da una storia diversa rispetto alle persone che fanno parte del nucleo dei fondatori degli Amici della Terra e dei suoi dirigenti. L'unica esperienza associativa alla quale avevo partecipato era quella dei comitati che, in genere, si costituiscono sul territorio per affrontare una specifica vertenza. In particolare avevo animato il Comitato contro l’ampliamento della discarica di Orvieto, città in cui sono nata e dove risiedo.

Dopo un po' di tempo che frequentavo la sede nazionale, ho chiesto alla Direzione di poter costituire un club degli Amici della Terra a Orvieto, che ritenevo avrebbe potuto efficacemente sostenere la vertenza in atto. Mi è stato risposto, con mio stupore, di no, che era necessario che prima ci pensassi bene. Con il tempo ho compreso le ragioni della risposta, che non era un semplice e secco rifiuto, ma un invito ad approfondire la diversa logica che un club degli Amici della Terra deve avere rispetto a un comitato, una logica che tenda alla valutazione complessiva di tutti gli aspetti dei problemi. Nella fattispecie, e solo come esempio: se la discarica di Orvieto non deve crescere, bisogna anche sapere dove portare i rifiuti nel modo più corretto ed economico. Non si può dire no senza verificare l’esistenza del problema, senza assumere l’onere di indicare una soluzione, senza valutare i costi e i benefici di ogni opzione e senza considerare un territorio più ampio di quello che ci circonda.

I comitati, per loro natura, nascono per opporsi a qualcosa e tendono, per logica, ad associare anche interessi del tutto diversi, finendo facilmente nel massimalismo o con l’essere strumentalizzati da movimenti antagonisti. Il loro ruolo,  tuttavia, è ineliminabile e la loro funzione,  preziosa. Troppe volte, infatti, i cittadini si trovano di fronte a decisioni prese, senza alcuna possibilità di conoscere, di scegliere o anche solo di interloquire. Accade anche, e non di rado, che le amministrazioni pubbliche ignorino il merito tecnico delle decisioni e lascino fare ai progettisti interessati o agli “sviluppatori”, specializzati nell’ottenere il consenso delle amministrazioni senza tener conto di alcuna, pur ragionevole, obiezione.  

Che abbiano ragione o torto, le persone non hanno un'arma diversa, in democrazia, se non quella di riunirsi in comitati per far valere la loro opinione, e spesso, hanno ragione. Che i comitati dicano sempre no dipende spesso dal fatto che le amministrazioni pubbliche fanno di tutto per non ascoltare le ragioni dei cittadini e per non tenerne conto.

Poi ci sono i professionisti del sì, quelli che pensano che qualsiasi preoccupazione ambientale sia pretestuosa. Ci fanno sapere " quanto costa il non fare" ma dimenticano di calcolare "quanto costa il fare sbagliato, incompiuto o inutile".

In questa contrapposizione esasperata gli Amici della Terra possono avere un ruolo importante. Io, avvicinandomi agli Amici della Terra, mi sono resa conto che la politica ambientale non è una politica del NO e nemmeno un politica del SI. Quasi sempre è una politica del DIPENDE per la quale occorre tener conto del COME, del QUANTO, del PERCHE'.

Ho perseverato nella richiesta di fare un club a Orvieto e alla fine l'ho fatto. Ho portato questa cultura sul territorio e le persone mi hanno seguita. Questa è la politica che mi interessa: entrare nel merito, verificare, scegliere.

Certo, mi sono anche dovuta rendere conto, vivendo all’interno dell’associazione e vedendone la storia, che questa cultura è difficile, che occorre un grande sforzo perché abbia successo, che i Sì e i No sono sicuramente più comodi e apparentemente vincenti. Solo apparentemente però. Se si vuole migliorare davvero, bisogna fare i conti, studiare, distinguere e non cadere nella facile demagogia.

Io sono arrivata in associazione per ultima e la sua storia l’ho imparata soprattutto consultandone l’archivio. Anche il trasloco nella nuova sede che abbiamo fatto il mese scorso è stata l’occasione per scoprire atti che ancora non conoscevo. Nel complesso, c’è la memoria di una mole di lavoro, di iniziative, di studi, di proposte impressionante, documenti antichi, spesso del tutto attuali. Non a caso nella mozione congressuale abbiamo deciso di citare uno scritto di Mario Signorino del 1991, "Ecologia è buon governo".  Sembra scritto oggi quando dice che l’ambiente non si salva per decreto; che quando si parla di ambiente non si entra mai nel merito; che le istituzioni non hanno capacità gestionali e di progetto; che la classe politica è disattenta, ignorante e abdica alle proprie responsabilità.

Fare il presidente degli Amici della Terra non è mai stato comodo, né facile. Tutte le altre associazioni che conosco hanno qualche entrata garantita. Questa no. E allo stesso tempo ha una grande reputazione che occorre mantenere e grandi ambizioni per il futuro. Si tratta di un compito assai arduo e ho avuto quindi molti dubbi se accettare la candidatura, ma questa volta, Rosa non ci ha lasciato margini e rassegnando le dimissioni irrevocabili ha posto ciascuno di noi di fronte a precise responsabilità. Ho pensato che non si poteva mollare e ho avuto voglia di provarci,  chiedendo il sostegno di tutto il gruppo dirigente, dei collaboratori dell’Astrolabio con i quali ho lavorato, di tutti gli iscritti.

Voglio ringraziarvi per la fiducia che mi state dimostrando e per l’impegno che mi avete promesso. Ringrazio in particolare Rosa, che avrebbe avuto diritto di “staccare” per un po’ e che invece ha accettato di rimanere nella Direzione che dovrà essere presto nominata, a garanzia che il suo fondamentale supporto non verrà meno. Ringrazio infine Mario Signorino, per aver finalmente ceduto alle mie insistenze, accettando la carica di Presidente onorario.

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