Uno spreco gigantesco – oltre i 4 miliardi di euro – che si rinnova ogni anno, ogni giorno, buttando in discarica i rifiuti urbani invece di bruciarli. I paesi che hanno chiuso le discariche lo hanno fatto solo grazie a un massiccio ricorso al recupero energetico.
Da anni, e anche alle ultime elezioni, i cittadini di Roma (me compresa) hanno votato per partiti e amministratori locali incapaci, irresponsabili e demagoghi che hanno sperperato gli spazi della discarica più grande d'Europa ed ora esultano per la sua chiusura senza aver predisposto soluzioni alternative. Così facendo, espongono la capitale alla vergogna dell'esportazione dei propri rifiuti e ci fanno pagare un prezzo altissimo (anche in termini di tariffa rifiuti) per la loro inettitudine. Per evitare che i lettori residenti a nord non credano ai nostri commenti, pubblichiamo le foto dei manifesti affissi a Roma da entrambi gli schieramenti politici, di destra e di sinistra.
Sono passati quasi venti anni da quando l’ANPA, all’indomani della sua istituzione, riportò alla luce un problema che sembrava dimenticato, se non addirittura ignorato: il nucleare era stato chiuso, ma aveva lasciato un’eredità tutt’altro che leggera, fatta di impianti da smantellare e – necessità almeno a quel tempo ancor più impellente – rifiuti radioattivi da mettere in sicurezza. Da allora l’argomento è tornato periodicamente alla ribalta, ma quanto è stato fatto, in concreto?
Pubblichiamo questo articolo uscito su “l’Unità” il 19 settembre 2013 in cui si critica lo slogan “Rifiuti zero”. Peccato che nel fare questo l’autore cada in una trappola analoga: quella di “Discarica zero”, anch’essa irrealizzabile. A meno che non si intenda esportare tutti i rifiuti; con il che lo slogan “Discarica zero” significherebbe solo che i numeri stanno da un’altra parte.
Ascolta i canti delle principali specie di uccelli presenti nelle "Riserve Naturali del Lago di Tarsia e della foce del Fiume Crati" gestite dagli Amici della Terra.
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