VERSO IL DEPOSITO NAZIONALE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI
Avanti Piano, Quasi Indietro
- di: Redazione
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Per la pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, attesa da oltre un anno, se ne dovrà aspettare (almeno) ancora un altro. I ministri competenti hanno infatti deciso di farla precedere dalla discussione del Programma nazionale. In tal modo, ha affermato il ministro dello sviluppo economico, si avrà una migliore conoscenza dei termini della problematica. Giustissimo, se non fosse che la Carta è già stata redatta e non verrà certo modificata dalla discussione del Programma nazionale. Il sospetto è quindi che ciò che in realtà si cerca è solo il rinvio.
La Carta delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, pronta dal luglio del 2015, non sarà pubblicata, in pratica, prima di un anno. È quanto, di fatto, ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, durante un’audizione di fronte alla commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, in cui ha riconosciuto che ci sono “stati ritardi e criticità nella gestione dell’intero processo. Credo, tuttavia, che nelle ultime settimane si siano finalmente create le condizioni per riprendere un lavoro serio di approfondimento, confronto e garanzia. Vi sono oggi le condizioni per verificare con i cittadini passo dopo passo la correttezza delle procedure”.
“Poiché la realizzazione del Deposito è parte di un processo che richiede un quadro programmatico chiaro e previamente verificato sotto il profilo ambientale”, ha affermato il ministro, il governo ha avviato il processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) sul Programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, previsto dalla direttiva Euratom 70/2011.
“Conseguentemente, la pubblicazione della Carta deve logicamente collocarsi in un momento sicuramente successivo alla consultazione pubblica sul Programma Nazionale e sul Rapporto Ambientale”, che sarà avviata durante questo autunno si concluderà nella prossima primavera, “in modo che i cittadini possano disporre di tutte le informazioni utili a meglio comprendere e valutare”. Al termine della consultazione pubblica, il Programma dovrà essere approvato con decreto del presidente del Consiglio.
Quindi, ha affermato Calenda, “se le previsioni sui tempi della procedura di VAS e dell’approvazione del Programma saranno rispettate, la pubblicazione della Carta si colloca tra il secondo (fine della consultazione) e il terzo (approvazione del Programma) trimestre 2017”
Dopo la pubblicazione della Cnapi, è previsto un processo di consultazione pubblica, nell’ambito del quale i soggetti coinvolti potranno formulare osservazioni o proposte. Alla fine di questa consultazione, 120 giorni dopo la pubblicazione della Carta, ci sarà un seminario nazionale organizzato dalla Sogin. Successivamente, è prevista l’istruttoria finale di approvazione della Carta, sulla cui base potranno essere formulate le dichiarazioni d’interesse da parte delle amministrazioni locali, propedeutiche agli approfondimenti di dettaglio e all’individuazione del sito definitivo.
Il tempo stimato per arrivare all'autorizzazione del Deposito è di circa quattro anni e mezzo dalla definizione delle caratteristiche delle aree potenzialmente idonee, “al netto di possibili ricorsi e ritardi”.
Il ministro ha ricordato che per i Comuni dell’area dove sarà localizzato il Deposito, sono previsti contributi, “d’importo che può essere anche rilevante”, nella misura del 55% a favore del Comune ospitante, del 35% per quelli limitrofi e del 10% per quelli dell’Area Vasta.
Gli investimenti previsti per la localizzazione e la realizzazione del Parco tecnologico e del Deposito Nazionale ammontano complessivamente a 2,5 miliardi di euro, così ripartiti:
- 650 milioni di euro, per la localizzazione, progettazione e costruzione del Deposito Nazionale (finanziati dalla componente A2 della bolletta elettrica);
- 700 milioni di euro per infrastrutture interne ed esterne (finanziati dalla componente A2);
- 150 milioni di euro per la realizzazione del Parco Tecnologico (finanziati dalla componente A2);
- 1 miliardo di euro per i progetti di ricerca finanziati da altri strumenti.
Rispondendo alla domanda posta dal giornale online GreenBiz in merito all'ulteriore rinvio della pubblicazione della Carta annunciato da Calenda, Monica Tommasi, presidente di Amici della Terra, ha dichiarato quanto segue:
Avremo entro un anno il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi? Ovviamente no. L’opera potrà essere disponibile (se mai lo sarà, e purtroppo il dubbio è a questo punto tutt’altro che illegittimo) non prima di dieci anni.
Va tuttavia precisato che, nelle previsioni fatte dal ministro Calenda, ad essere attesa tra un anno non è la conclusione della realizzazione dell’opera, ma solo la pubblicazione della carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitarla, la cosiddetta CNAPI. Secondo la procedura e la tempistica indicate dalla legge, la carta, che è stata elaborata dalla Sogin e validata dall’ISPRA a fronte dei criteri di localizzazione che l’ISPRA stesso aveva preventivamente definito, avrebbe dovuto essere resa pubblica già da un anno (agosto/settembre 2015), ma i ministeri dell’ambiente e dello sviluppo economico, a ciò competenti, non hanno mai dato il necessario nulla osta.
Ora il ministro Calenda ha dichiarato gli intendimenti del governo: la CNAPI sarà resa nota solo a valle della consultazione pubblica sul Programma Nazionale (che le direttive comunitarie richiedevano fosse definito e trasmesso alla Commissione europea entro l’agosto 2015) e sul relativo rapporto ambientale. Dai tempi previsti per tale consultazione conseguono quelli di attesa – un anno appunto - per conoscere le aree del Paese preliminarmente candidabili alla localizzazione del deposito nazionale.
Secondo il ministro, questa diversa procedura garantisce la massima trasparenza, poiché con essa i cittadini disporranno di tutte le informazioni necessarie per valutare al meglio quanto verrà prospettato. Ma ciò, a questo punto, è quanto meno opinabile. Sarebbe stato così se tale procedura fosse stata seguita sin dall’inizio, con l’elaborazione della CNAPI successiva alla discussione del Programma Nazionale. Ma ormai la CNAPI c’è, anche se gelosamente custodita dai ministeri. Posporre la sua pubblicazione alla definizione del Programma ha tutta l’aria di un nuovo espediente per rinviare a tempi migliori, e chissà, lasciare ad altri, una questione scomoda."