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MALAGESTIONE DEI RIFIUTI
Giro Turistico per Rifiuti con Vista Duomo

- di: Redazione
- Complice dei disservizi romani, la Regione Lazio si appresta a invadere stabilmente con i propri rifiuti tutte le discariche delle regioni limitrofe. L’Umbria accorre in soccorso. Ma anche l’Umbria non ha impianti di smaltimento se non discariche vicine all’esaurimento. Così i rifiuti, dopo una gita turistica ad Orvieto, torneranno indietro. Forse. O, forse, andranno in Toscana. Cronaca semiseria di una singolare interpretazione di “economia circolare” .
Nel territorio laziale, nella prima settimana di giugno, un altro incendio ha interessato un impianto di trattamento meccanico biologico di rifiuti, quello di Casale Bussi, provocando l’ennesima emergenza rifiuti, questa volta nel Viterbese. Ma la Regione Lazio non è in grado di provvedere perché gli impianti in dotazione della Regione sono già sovraccarichi di rifiuti capitolini. Così, il governatore Zingaretti chiede alle due Regioni confinanti, Umbria e Toscana, di collaborare “per scongiurare possibili conseguenze dannose sull’ambiente e per la salute dei cittadini “. L’assessore umbra all’Ambiente, Fernanda Cecchini, annuncia che “consentiremo il conferimento di un quantitativo massimo di 18mila tonnellate di rifiuti urbani non differenziati nell’impianto Le Crete di Orvieto dove saranno sottoposti soltanto a operazioni di selezione meccanica, per poi venire immediatamente riportati nel Lazio” e che “non ci sarà nemmeno un chilogrammo di rifiuti laziali che resterà in una discarica umbra”. L’assessore Cecchini vuole tranquillizzare i cittadini: “ Il conferimento avverrà solo dopo la caratterizzazione, cioè l’effettuazione di analisi chimico-fisiche, di un carico di prova. Il trasporto dei rifiuti sarà a cura della società Ecologia Viterbo, sia in ingresso all’impianto di Orvieto sia verso gli impianti laziali dove verranno immediatamente riportati alla fine del processo di selezione”.
Insomma, un giro turistico dei rifiuti nell’impianto di trito vagliatura con vista Duomo, con analisi (a che serve se si tratta di indifferenziato?) e ritorno. O partenza per altri lidi . Si parla di Lucca o di altro sito toscano per la collocazione definitiva ma, per ora, non c’è nulla di certo. I rifiuti del Lazio sono amanti del last minute.
“L’Umbria – conclude l’assessore – nello spirito di solidarietà, garantirà così il suo doveroso e opportuno aiuto al Lazio per superare questa fase di crisi temporanea nella gestione dei rifiuti”.
“Non si tratta di solidarietà, bensì di complicità nella mala gestione dei rifiuti” ha ribattuto Monica Tommasi, presidente degli Amici della Terra e cittadina dell’orvietano. Ricordando che, sia nel Lazio che in Umbria, i cittadini pagano le tariffe dei rifiuti fra le più alte d’Italia, Tommasi ironizza :”far circolare la “monnezza” per chilometri e chilometri fra impianti inadeguati delle regioni (con la segreta speranza che nel corso dei viaggi si disperda miracolosamente) è l’incredibile interpretazione che queste regioni danno dell’economia circolare. E’ anche un modo certo per far lievitare i costi per il trattamento dei rifiuti a carico dei contribuenti”.
“Purtroppo i sindaci delle poche località che hanno colpevolmente accettato di sfruttare le discariche sul proprio territorio oltre ogni limite continuano a piegare la testa giustificando in maniera ridicola l’inettitudine dei governi regionali: tutti sanno che non c’è niente di temporaneo, non si stratta di una crisi ma di una mala gestione endemica dei rifiuti a Roma, nel Lazio e in Umbria.
“E’ a questo risultato che portano le irresponsabili opposizioni agli impianti di gestione adeguati (compresi gli inceneritori) che i due governi regionali hanno espresso negli anni – ha concluso Tommasi - impianti adeguati avrebbero risolto stabilmente e utilmente il ciclo dei rifiuti evitando i gravissimi incidenti che si stanno ripetendo con frequenza allarmante nell’ultimo mese come gli incendi a Pomezia, a Viterbo e a Le Crete (discarica di Orvieto). I quantitativi di emissioni inquinanti dispersi in atmosfera a causa di questi incidenti in pochi giorni non sarebbero stati emessi da inceneritori controllati e tecnologicamente avanzati nemmeno in trenta anni di funzionamento”.