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Governo e Senato chiedono più fondi per il Green Deal europeo, attenzione ai criteri di assegnazione e flessibilità sugli investimenti

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Il Comitato interministeriale per gli Affari europei ha approvato la posizione italiana sul Green Deal europeo, contenuta nel non-paper trasmesso alla Rappresentanza presso l'Ue, che individua cinque aree prioritarie: il cambiamento climatico, la transizione industriale e sociale, gli strumenti di finanziamento, la biodiversità e l'agricoltura. Presso il dipartimento per le Politiche Europee è avviato il tavolo di coordinamento interministeriale per individuare strategie specifiche su ciascuna di queste cinque aree prioritarie.

Come spiega un dossier degli Uffici di documentazione di Camera e Senato sul programma dell’Ue per il 2020, il non-paper sul Green Deal afferma tra l’altro la necessità di: una revisione della legislazione sugli aiuti di Stato a favore della sostenibilità, rivolta in particolare alle Pmi, e una governance economica europea coerente con la transizione ecologica; la concessione di uno spazio fiscale per gli investimenti pubblici, prevedendo una compensazione mirata degli investimenti ecologici rispetto alle regole del Patto di stabilità e crescita.

In linea con questa impostazione, il 19 febbraio il Senato ha approvato una risoluzione della maggioranza in vista del Consiglio europeo del giorno successivo sul bilancio settennale dell’Ue 2021-2027, in cui impegna il governo “a sostenere la possibilità di ampliare i margini di flessibilità consentita agli Stati membri, ai fini del computo dei parametri utili al pareggio di bilancio, limitatamente agli investimenti ricompresi nel campo del Green Deal”.

La risoluzione afferma che “l'Italia sostiene l'intenzione della Commissione europea di disegnare un sistema finalizzato a proporre incentivi, misure fiscali e regolatorie per favorire la 'transizione verde'. Sotto la guida della Commissione europea, si prevede la messa a punto di un piano di investimenti pubblici e privati. Questo piano dovrebbe articolarsi su tre principali progetti: il programma 'InvestEU' dedicato all'innovazione e un piano di investimenti per un'Europa sostenibile, il piano di investimenti per un'Europa sostenibile (JTF - Just Transition Fund) e strumenti di investimento BEI (Banca europea degli investimenti)”.

Tuttavia, “nonostante la pluralità di strumenti previsti (i fondi europei, l'azione della Banca europea degli investimenti, l'effetto leva sul settore privato), le risorse indicate nel Piano appaiono poco ambiziose” e quindi “appare necessario individuare ulteriori risorse aggiuntive rispetto a quelle che saranno rese disponibili con il prossimo Quadro finanziario pluriennale 2021-2027”.

La risoluzione impegna il governo a propone alla Commissione europea di “delineare un pacchetto di risorse proprie dell'Ue”, tra cui l'introduzione della border carbon tax e imposte sulle importazioni di beni e servizi finalizzate a contrastare il dumping ambientale e sociale, e l'introduzione di "risorse verdi".

Infine, la risoluzione impegna il governo a “porre la massima attenzione ai criteri di assegnazione e impiego delle risorse del Just Transition Fund affinché corrispondano alle aspettative italiane in termini di sviluppo economico, incremento occupazionale nonché impatto sociale e ambientale, anche in relazione al contributo netto nazionale”.

Infatti, dal dossier di documentazione risulta che “L’Italia riceverebbe dal Fondo per una transizione giusta 364 milioni di euro (a prezzi 2018); sommando, poi, il contributo nazionale richiesto nell'ambito della politica di coesione, nonché un minimo trasferimento di 1,5 euro dal Fondo europeo di sviluppo regionale e/o dal Fondo sociale per ogni 1 euro prelevato dal Fondo di transizione giusta, il totale ammonterebbe a circa 1,3 miliardi di euro (a prezzi 2018). Tale cifra, secondo le stime della Commissione europea, mobiliterebbe complessivamente investimenti per circa 4,8 miliardi di euro (a prezzi correnti). Si stima, tuttavia, che l’Italia sarebbe un contributore netto del Fondo per circa 574 milioni di euro: infatti, a fronte di un’assegnazione di 364 milioni di euro, fornirebbe, al fine di alimentare i 7,5 miliardi del Fondo, risorse pari a circa 930 milioni di euro”.

Pubblicato in Quel che c'è da sapere

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