Qualità dell’aria, il Consiglio Ue sottolinea debolezze, chiede una revisione delle norme e riconosce la specificità del bacino Padano


Il Consiglio dell’Ue ha approvato un documento sulla qualità dell’aria, in cui riconosce i miglioramenti conseguiti grazie alle direttive europee ma sottolinea che “non sono state pienamente efficaci e che sussiste un margine di miglioramento”. Ad esempio, “sono state espresse preoccupazioni sul fatto che talune disposizioni consentono, in alcuni casi, una certa discrezionalità per quanto riguarda la progettazione della rete di monitoraggio”. Inoltre, “in molti Stati membri le norme in materia di qualità dell'aria non sono ancora rispettate per alcuni inquinanti” e quindi “è necessario agire in modo adeguato il più rapidamente possibile a tutti i livelli”.

Il Consiglio Ue condivide l'intenzione della Commissione europea di proporre una revisione delle norme in materia di qualità dell'aria e auspica “un eventuale maggiore allineamento delle norme dell'Ue in materia di qualità dell'aria alle linee guida dell'Oms, che sono attualmente in corso di revisione e aggiornamento”.

Infine, nel documento approvato dal Consiglio Ue si “suggerisce che siano messe a disposizione iniziative specifiche, fatto salvo il risultato dei negoziati in corso sul QFP (il bilancio pluriennale dell’Ue, ndr), a favore delle misure più efficaci in termini di costi per migliorare la salute in zone con particolari caratteristiche geografiche o climatologiche che rendono più difficile il rispetto dei valori limite per la qualità dell'aria”.

Questo è stato rivendicato come un successo politico dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa (M5S), perché “significa avere più strumenti per tutelare il bacino Padano. Ricordiamo che poche settimane fa abbiamo sbloccato i 180 milioni per le quattro regioni di questa area aggredita dallo smog. La decisione del Consiglio europeo riconosce gli sforzi dell’Italia”.

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