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DOPO LA CONDANNA DELLA COMMISSIONE GRANDI RISCHI
Cara Maraini, leggi almeno l’imputazione
- di: Gian Domenico Caiazza
- Testo della rubrica di Radio Radicale “Il rovescio del diritto” del 2 novembre 2012, a cura dell’avvocato Gian Domenico Caiazza, presidente del Comitato Radicale per la Giustizia "Piero Calamandrei" (Radicali Italiani).
Si rimane senza fiato nel leggere la violentissima intemerata che Dacia Maraini firma, sul “Corriere della Sera” del 28 ottobre scorso, in difesa della controversa sentenza di condanna che un giudice monocratico aquilano ha pronunziato – ma non ancora motivato- a carico dei componenti della Commissione Grandi Rischi della protezione civile (oltre che del vice capo della medesima Protezione civile, che è figura autonoma e del tutto diversa).
Si resta sgomenti, tanto appare violenta e senza appello la sprezzante certezza della scrittrice sulle orrende responsabilità di quegli scienziati, che – dice- la vera comunità scientifica dovrebbe isolare e condannare, per non confondersi con siffatta ignominia; tanto appare chiarissimo, a chi si sia fatto scrupolo di assumere minime informazioni di base sull’esatto oggetto di quel processo, chela signora Marainiha dato fuoco alla propria indignazione civile non sapendo nulla del processo, e nemmeno di cosa esattamentela Pubblica Accusa– ed ora una sentenza di primo grado, le cui motivazioni tutti attendiamo di leggere - abbia inteso contestare agli imputati.
Secondo Maraini, la responsabilità di costoro consisterebbe nel fatto che, diversamente da quanto affermato dai detrattori della sentenza, essi <<hanno proprio affermato che il terremoto si può prevedere; tanto è vero che hanno escluso pubblicamente e reiteratamente ogni pericolo grave. Quindi è mistificante asserire che sono stati condannati per non avere anticipato il disastro. Loro hanno previsto, eccome, con sicumera ed incoscienza, la mancanza di ogni rischio, invitando le persone a rimanere a casa e con questo mandandole a morire>>.
La signora Maraini non ha letto, non diciamo un rigo dei verbali dibattimentali del lungo e complesso processo aquilano, ma nemmeno il capo di imputazione, che in fondo occupa una mezza paginetta; il quale, sebbene operi una strabiliante omologazione tra l’attività meramente consultiva degli scienziati componenti la Commissione, e le dichiarazioni invece rese dal vice capo della Protezione civile De Bernardinis, che della commissione non è componente, e che è il solo organo responsabile – insieme alle amministrazioni locali – dell’assunzione di ogni decisione operativa, non lascia traccia di uno solo dei furibondi addebiti immaginati dalla scrittrice.
Mi limito a leggere dal capo di imputazione gli addebiti che vengono rivolti specificamente ai componenti la Commissione - che il P.M. desume dal verbale della riunione incriminata del 31 marzo 2009 - per avere, quali componenti della Commissione riunitasi a L’Aquila in data 31 marzo 2009... effettuando una valutazione dei rischi connessi all’attività sismica in corso sul territorio aquilano dal dicembre 2008 approssimativa, generica ed inefficace in relazione alle attività ed ai doveri di previsione e prevenzione; fornendo, in occasione della detta riunione....informazioni incomplete, imprecise e contraddittorie sulla natura, sulle cause, sulla pericolosità e sui futuri sviluppi della attività sismica; affermando -ascolti bene, signora Maraini- che sui terremoti non è possibile fare previsioni, è estremamente difficile fare previsioni temporali sull’evoluzione dei fenomeni sismici”, la semplice osservazione di molti piccoli terremoti non costituisce fenomeno precursore, qualunque previsione non ha fondamento scientifico... causato la morte ed il ferimento di.....indotti a rimanere in casa per effetto esclusivo della condotta sopra descritta>>.
Dunque, la descrizione materiale della condotta dei professori componenti quell’organo consultivo è inconfutabile, ed è nel senso esattamente contrario a quello così virulentemente postulato, nella totale ignoranza dei fatti, dalla signora Maraini. E’ una condotta descritta (vedremo quanto fondatamente) come approssimativa, generica, inefficace, ma soprattutto esplicitamente violativa –ripeto testualmente- dei doveri di previsione e prevenzione.
Le uniche affermazioni pubbliche di natura in qualche modo riduttiva del rischio di evoluzione dello sciame in sisma, e dunque in tal senso tranquillizzanti, che il capo di imputazione – ad ulteriore illustrazione della sconcertante qualità della indagine- ha la responsabilità di affastellare in sequenza alle valutazioni espresse a verbale dagli esperti, or ora lette, appartengono semmai al vice-capo della Protezione civile De Bernardinis: <<non c’è pericolo, io l’ho detto al Sindaco di Sulmona, la comunità scientifica mi continua a confermare che anzi è una situazione favorevole perciò uno scarico di energia continua>>, e non si vede in qual modo possano risponderne coloro – cioè gli esperti componenti della Commissione- che a verbale si sono pronunziati in senso del tutto contrario; del che dà atto, ripeto, lo stesso capo di imputazione.
Ma vi è di più: quelle selezionate –con quali criteri non si comprende- dal PM nel capo di imputazione sono solo alcune tra quelle consacrate nel famoso verbale del 31 marzo 2009. Ascolti queste, signora Maraini: Prof. Barberi: E’ una zona sismogenetica in cui prima o poi un grosso terremoto ci sarà>>; <<Prof. Boschi: in realtà questa attività sismica ci preoccupa moltissimo, si possono avere tanti piccoli terremoti che generano una scossa molto forte, insomma è inutile, questo è il territorio più sismico d’Italia, uno dei più sismici, può essere questa sera, domani, tra un anno>>.
E’ doveroso attendere le motivazioni della sentenza, ma intanto, sarebbe altrettanto doveroso leggere (e naturalmente capire, se si è in grado) per lo meno il capo di imputazione, prima di lanciarsi in un linciaggio furioso, come quello scatenato dalle colonne del “Corriere della Sera” dalla Signora Maraini.
Non so voi, ma tra il modello di civiltà rappresentato da quegli illustri scienziati, vittime di un monstrum giudiziario mediatico senza precedenti, e quello rappresentato dalla indignazione a buon mercato della signora Maraini, io non ho un nanosecondo di esitazione nel formulare la mia scelta.
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