Tags: Rischi naturali, Marche, Terremoti

IL TERREMOTO DI ANCONA

Sperando che sia solo un altro piccolo segnale

di: Leonello Serva


E’ arrivato un altro piccolo segnale per ricordarci (a tutti ed a tutti i livelli) quali siano i veri problemi di questo paese. Forse il terremoto sta facendo di tutto per svegliarci sperando che non saremo tanto sciocchi da non ascoltarlo prima che arrivi il nostro Big One.

Parliamo di quest’ultimo segnale. Nella figura sottostante, presa dal sito INGV, sono riportate le scosse che hanno caratterizzato la zona antistante il famosissimo e bellissimo Monte Conero in provincia di Ancona che, con tutta probabilità, deve la sua esistenza proprio ai terremoti. I quadrati rossi indicano la prima scossa di Ml 4.9 e l’altra di Ml 4.0.

L’area colpita dal terremoto è ben nota agli addetti ai lavori: chi non ricorda infatti il terremoto di Ancona del 1972 che colpì la zona poco più a nord di quella oggi interessata? Questo terremoto durò circa un anno: iniziò in gennaio con una scossa di Ml 5.4 e si protrasse sino al  novembre inframmezzato da altre due scosse molto forti: in febbraio e, la più importante di ML 5.9, in giugno. La cosa che più ricordo legata a questo terremoto è la frana Barducci che avvenne 10 anni dopo nel 1982. Il 13 dicembre 1982, una grande frana profonda si mise in movimento poco a nord del porto di Ancona. La frana, ben nota ai più, come ci ricorda anche la struttura della casa della figura sottostante, coinvolse i quartieri di Posatora, Borghetto e parzialmente Torrette. Essa danneggiò due ospedali e la Facoltà di Medicina dell'Università; distrusse completamente 280 edifici, per un totale di 865 abitazioni, divelse la ferrovia e danneggiò la strada costiera su di un fronte di circa 2,5 chilometri. Furono evacuate circa 3.600 persone (un migliaio di famiglie). 

Si noti l’andamento inclinato dei mattoni nella parte destra ed orizzontale nella parte sinistra. Le finestre anche indicano di essere state rimodulate dopo lo scivolamento e l’inclinazione della vecchia casa

Ma cosa c’entra una frana del 1982 con un terremoto di 10 anni prima?  Eppure c’entra e vediamo perchè. Una delle risultanze dell’enorme studio che fu condotto su questa frana dal Prof. Vincenzo Cotecchia dell’Università di Bari -  a suo tempo condiviso in toto da chi scrive - indicava chiaramente che il movimento ripetuto nel tempo della grande frana era legato alla “riattivazione” della fessurazione dei terreni interessati dalla frana ed indotti in maniera diretta (fagliazione) ed indiretta (scuotimento) dal terremoto. Questo nuovo assetto parzialmente fessurativo, sempre secondo la relazione suddetta, fa sì che nuova acqua vi entri e quindi, con  il susseguirsi delle gelate annuali, queste fratture si allargano sempre più sino a che la frana dopo un certo lasso di tempo si riattiva. Chiaramente questo lasso di tempo può essere più o meno lungo in funzione dell’entità del nuovo quadro fessurativo e delle condizioni climatiche dell’area. In parole povere, il terremoto crea il fattore predisponente per il ripetersi della frana.

Vedremo quali effetti eventuali potrà avere quest’ultimo terremoto che peraltro, ad oggi, interessa un’area più a sud del terremoto del 1972.

E speriamo che questa volta non ci siano effetti tardivi e che quanto accaduto rappresenti solo un altro piccolo segnale.

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