Tags: Ambientalismo, Società

Earth Day

Che giornata quella giornata!

di: Mario Signorino


Il 22 aprile scorso si è celebrata anche in Italia la Giornata della Terra. E qualcuno sarà rimasto impigliato in un difficile quesito: si fa cosa più utile a parteciparvi o a disertarla? Il direttore scientifico dell’Istituto Bruno Leoni, Carlo Stagnaro, l’ha risolto brillantemente: ha partecipato all’evento, ma ha attaccato quella retorica ambientalista che ha generato questa e altre occasioni simili.

Non c’è bisogno di essere liberisti per concordare sul punto, sono anzi gli ambientalisti che dovrebbero essere più scontenti, siamo noi che dobbiamo chiederci: simili manifestazioni aiutano in qualche modo le politiche pubbliche per l’ambiente? E poi, che tipo di eventi sono queste Giornate?

Facciamo intanto un po’ di conti. L’ONU ha proclamato:

  • - 106 Giornate Internazionali o Mondiali sugli argomenti più diversi;
  • - 7 Settimane, dedicate rispettivamente alla Pace, al Disarmo, allo Spazio, alla Riduzione dei rifiuti, alla Mobilità sostenibile, alla Solidarietà con i popoli dei territori non autodeterminati, oltre alla Settimana vegetariana mondiale;
  • - 9 Anni internazionali, dedicati a Biodiversità, Avvicinamento tra le culture, Gioventù, Foreste, Chimica, Persone di discendenza africana, Energia sostenibile, Cooperative, Acqua;
  • - 11 Decenni internazionali, dedicati a temi analoghi.

Quanto ai temi delle Giornate, si va dalla commemorazione della Shoa (27 gennaio) alla Giustizia sociale (20 febbraio), alla Poesia (21 marzo); dalla Montagna (11 dicembre) alla Televisione (21 novembre), al Patrimonio audiovisivo (27 ottobre), alla Posta (9 ottobre), alle Vedove (23 giugno); dalla Salute mentale (10 ottobre) all’Acqua (22 marzo), alla Lingua materna (21 febbraio), agli Oceani (8 giugno), allo Strato d’ozono (16 settembre), alla Filosofia (17 novembre).

Molte Giornate sono dedicate ai grandi principi: Giustizia sociale (20 febbraio), Eliminazione della Discriminazione razziale (21 marzo), Libertà di stampa (3 maggio), Amicizia (30 luglio), Democrazia (15 settembre), Pace (21 settembre), Non-violenza (2 ottobre), Eliminazione della Povertà (17 ottobre), Tolleranza (16 novembre), Violenza contro le donne (25 novembre), Schiavitù (2 dicembre), Corruzione (9 dicembre), Diritti umani (10 dicembre).

Molte altre sono dedicate ai problemi sanitari: Cancro (4 febbraio), Tubercolosi (24 marzo), Autismo (2 aprile), Salute (7 aprile), Malaria (25 aprile), Vittime della Guerra chimica (29 aprile), Donatori di sangue (14 giugno), Abuso di droghe e sostanze illecite (26 giugno), Epatite (28 luglio), Cuore (25 settembre), contro la Rabbia (28 settembre), Salute mentale (10 ottobre), Diabete (14 novembre), Broncopneumopatia cronica ostruttiva (17 novembre), AIDS (1 dicembre), Persone disabili (3 dicembre).

Oltre a quella del 22 aprile, l’ambiente conta altre giornate dedicate a Biodiversità ( 22 maggio), Ambiente (5 giugno), Desertificazione (17 giugno), Habitat (3 ottobre), Ambiente in tempo di guerra (6 novembre), Disastri (13 ottobre), Montagna (11 dicembre).

L’Italia ha deliberato quattro Giornate nazionali aggiuntive, dedicate a: bicintreno, albero, bicicletta, vittime dei disastri.

Nell’insieme, questi tipici prodotti della burocrazia dell’ONU - Giornate, Settimane, Anni o Decenni che siano - servono solo a produrre quantità crescenti di retorica e demagogia. Il tempo ne è testimone e prova. Per dirla con franchezza brutale, si tratta per lo più di eventi mediocri e stupidi, che diventano grotteschi quando, come simbolo del messaggio dell’Earth Day si sceglie una città come Napoli che non riesce neanche a smaltire civilmente i propri rifiuti; con il ministro Clini che fa il suo minuetto alla corte di De Magistris – “trovo bellissima la scelta di Napoli” –  e garantisce: “mi sento ottimista”. In Italia, quando si fallisce, si segnala la cosa all’ONU e magari ci scappa un premio …

Ed ecco l’ultima. Il più autorevole quotidiano italiano ha dedicato due paginone alla Giornata della Terra, senza peraltro riuscire ad andare oltre una visione elementare e melensa delle questioni ambientali. 42 anni dopo la prima edizione dell’Earth Day, il taglio scelto è ancora quello dei consigli della nonna, le dieci buone azioni “per salvare la Terra”. La novità è il lancio di una campagna del WWF “Salva-Pianeta a tavola”. Ovvero, uno mangia e mangiando (a tavola per l’appunto) salva il Pianeta. Tutto lì? Si salva così la Terra? E da chi o che cosa si dovrebbe salvare?

La risposta è nella seconda pagina, ed è molto fantasiosa. Sono intervistati tre personaggi. Il Noto Scrittore, che d’inverno non usa riscaldamento (“m’imbacucco”), illustra la sua ricetta: volete sapere come si salva la Terra? La Terra si salva scopando. Quante volte, figliolo? Sempre, tutti i giorni “a più non posso fino all’esaurimento della scorta”. Il Noto Scalatore invece è più arcaico e raccomanda di ricominciare dalla rivoluzione neolitica: dobbiamo diventare tutti agricoltori, “questo dovrà essere il futuro”. Forse così mangeremo qualche salsiccia in più? Niente da fare: l’ultimo genio, il Noto Giornalista, concede poco o niente: “mezza porzione”. Perché la quaresima è il nostro futuro: la vogliamo o non la vogliamo salvare questa benedetta Terra? (Cfr. “Corriere della Sera”, 22 aprile 2012, pp. 26-27).

Lo vedete anche voi: la linea di distinzione tra la cultura delle élite, della classe dirigente nazionale, e la retorica dei vari difensori dei panda, non appare più chiara. Anzi, sembra proprio che non esista più.

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