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CO2 nei Beni e Competitività Industriale Europea
- di: Agime Gerbeti
- Recensione di F.M.
E’ un libro molto utile per avviare un confronto sulle proposte che possano aiutare a superare l’impostazione obsoleta e ormai non più praticabile delle politiche energetico-ambientali, così come espresse dagli obiettivi climatici europei rinnovati per il 2030, in questi giorni, dal Consiglio Europeo. La sua lettura consente di riconoscere le trasformazioni significative dell’economia mondiale e di valorizzare, in questo contesto, le risorse della tecnologia italiana che, nel campo dell’efficienza energetica, sono robuste e possono essere esportate.
Il libro è importante anche se con alcuni suoi aspetti non andiamo d’accordo per il modo di porsi, con tutto il rispetto, naturalmente, per i gusti individuali.
Ad esempio non ci piacciono gli atteggiamenti strappalacrime come la foto del mammo che abbraccia il suo bambino, simbolo del futuro da non strappare ai nostri figli o come l’inopinabile accenno a Madre Maria Bragantini (di una comunità legata alle Canossiane) o la citazione di Madre Teresa di Calcutta.
Non ci piace inoltre il modo dogmatico, politicamente corretto, ideologico, con cui si usano “verità comprovate” come la CO2 (anidride carbonica) o la carbon print; in questo, la prefazione di Tullio Fanelli, con il piglio di chi ha vissuto molto tempo nelle conferenze delle parti, non aiuta certo con le sue considerazioni come non aiuta la prima citazione riservata al noto intervento di Al Gore.
Molti saranno critici di queste nostre critiche, e si chiederanno dove stanno le parti considerate buone del libro. E’ l’autrice stessa a rispondere: “I cambiamenti climatici sono di origine umana, antropogenici? … La risposta non è nella contrapposizione ideologica che caratterizza questi argomenti tra realisti e ambientalisti; … abbiamo gli strumenti, le fonti rinnovabili, l’efficienza energetica, l’interesse e la forza economica … (per) … prolungare le risorse di combustibile fossile …”. E’ in questo approccio che l’autrice riesce a darci il meglio: superato in alcun parti del libro il mito della CO2, descrive chiaramente, nel bene e nel male, la storia della Conferenza di Rio, della Convenzione del Cambiamento Globale, del Protocollo di Kyoto, i meandri della politica europea in proposito, i misteri dell’ETS. Come dicono gli americani, è dumb-proof, a prova di idiota, cioè comprensibile, che si sia d’accordo o no.
E’ qui che l’autrice viene fuori con durezza a mostrare il non funzionamento del sistema ETS e degli accordi internazionali ad esso connessi, la sua burocratizzazione, persino il suo uso a fini speculativi. E propone di uscirne fuori incorporando il costo della CO2 nei prodotti attraverso uno schema di fiscalità ambientale applicato all’IVA sia per i prodotti interni che per quelli importati, prendendo come riferimento i migliori benchmark di intensità emissiva nei vari settori di produzione.
Vogliamo citare ancora una volta la prefazione che cita Lincoln: “Con il sostegno dell’opinione pubblica non c’è niente che io non possa fare, senza il sostegno dell’opinione pubblica non c’è niente che io possa fare”. Attenzione: l’opinione pubblica potrebbe non sostenere alcuni dei rimedi proposti, anche se vengono chiamati accise invece di tasse.
Agime Gerbeti. CO2 nei Beni e Competitività Industriale Europea. Editoriale Delfino, Milano, 2014. Euro 19,00.