Tags: Amici della Terra, Energia, Efficienza energetica

SUPERARE LA TARIFFA PROGRESSIVA

Elettricità & Efficienza

di: Monica Tommasi
i è svolta a Roma, l’8 luglio scorso, la VII Conferenza Nazionale per l’Efficienza Energetica, organizzata da Amici della Terra, interamente dedicata alla riforma della tariffa elettrica che l’Autorità per l’Energia sta portando a termine, anche in attuazione della direttiva 2012/27/UE. A questo link sono pubblicati tutti gli atti della conferenza Presentiamo qui l’intervento introduttivo della presidente dell’Associazione, nel quale viene confermata la valutazione positiva, già più volte espressa, sul nuovo documento dell’Autorità, così come è ribadita la dura critica verso il decreto, dato ormai per imminente, con il quale il Governo si appresta a concedere nuovi incentivi a nuovi impianti eolici o di tipo speculativo. Nell’intervento viene infine sottolineato come non si possano più accettare le inefficaci e contraddittorie politiche energetico-ambientali della UE, a cominciare dal sistema ETS, e come siano invece mature le condizioni per una nuova strategia di decarbonizzazione che rifletta i livelli di eccellenza raggiunti in quel campo da molti settori dell’industria europea.



Abbiamo deciso di dedicare per intero questa settima Conferenza per l’efficienza energetica alla tariffa elettrica che sta cambiando perché, sebbene essa riguardi la spesa per uno dei consumi essenziali delle famiglie e costituisca uno strumento importante per l’attuazione della politica energetica e ambientale del paese, il dibattito sul suo cambiamento non è aperto nella società e nemmeno nel mondo politico. Le consultazioni promosse dall’Autorità per l’Energia hanno registrato posizioni differenziate che, tuttavia, restano ristrette all’ambito degli addetti ai lavori. La maggior parte delle persone ignora come si forma il costo dei consumi in bolletta e persino l’entità degli oneri che vi sono aggiunti. Soprattutto, non vi è alcuna consapevolezza di come tutto ciò arrivi a condizionare l’economia, favorendo o penalizzando la diffusione di specifiche tecnologie e il raggiungimento di obiettivi di politica ambientale.

 

Perché la tariffa progressiva ostacola l’efficienza
Occorre ricordare che la progressività della tariffa elettrica per un lungo periodo storico (dalla metà degli anni ’70) ha segnato positivamente le abitudini degli italiani, favorendo il risparmio energetico in un paese privo di risorse primarie. Oggi, dopo gli investimenti nei cicli combinati e dopo i recenti costosissimi incentivi accordati alle rinnovabili elettriche, l’Italia ha il parco di produzione di energia elettrica fra i più efficienti al mondo e una quota di energia elettrica rinnovabile fra le più alte d’Europa.

In queste condizioni, si determina un paradosso: il risparmio economico è comunque limitato per le famiglie a causa degli alti oneri in bolletta mentre la progressività della tariffa induce ancora oggi ad un minor consumo di elettricità. Oggi, però, quel minor consumo di elettricità non equivale più a risparmio energetico, anzi si realizza a danno di una produzione efficiente e rinnovabile e si traduce in un maggior consumo di energia primaria. Soprattutto, sono ostacolati gli usi efficienti dell’elettricità, scoraggiando la diffusione di tecnologie innovative come l’auto elettrica o come il recupero del caldo e del freddo rinnovabili tramite le pompe di calore.

Per questo gli Amici della Terra, da alcuni anni, nell’ambito della campagna “Efficienza Italia” e delle conferenze annuali sull’efficienza energetica hanno individuato la struttura progressiva della tariffa elettrica come uno dei principali ostacoli all’efficienza energetica e ne hanno sostenuto il superamento anche in attuazione della direttiva 2012/27/UE che chiede la rimozione delle barriere di natura tariffaria che ostacolano la diffusione degli usi efficienti del vettore elettrico.

Già in occasione della consultazione per l’adozione del PAEE 2014, gli Amici della Terra avevano proposto di andare oltre la fase di sperimentazione attivata dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas nel corso del 2014.

A seguito del recepimento della direttiva 2012/27/UE e l’avvio da parte dell’AEEGSI del processo di riforma della tariffa elettrica per gli utenti domestici, gli Amici della Terra esprimendosi sulla prima proposta sottoposta a consultazione pubblica, hanno formulato le seguenti proposte e osservazioni:

  • riconoscere esplicitamente che l’incremento della penetrazione elettrica nei consumi energetici è un elemento caratterizzante degli scenari di decarbonizzazione tramite gli usi efficienti del vettore elettrico (pompe di calore, mobilità elettrica ...)
  • rafforzare, nella scelta della nuova formula tariffaria, il criterio della chiarezza dei documenti di fatturazione e quindi, la consapevolezza dei clienti domestici in merito ai propri consumi. Tale criterio, che potrebbe essere denominato Trasparenza della bolletta (comprensibilità dei costi del servizio), è indispensabile per passare in modo efficace dall’attuale struttura progressiva ad un sistema basato su un approccio “cost reflective”.
  • privilegiare l’opzione più efficace per consentire al segnale di prezzo del servizio elettrico di orientare correttamente gli utenti nella scelta delle opportunità offerte dalle tecnologie di uso efficiente del vettore elettrico nelle abitazioni.
  • per quello che riguarda gli utenti in condizioni di disagio economico adottare l’ipotesi di innalzamento della quota di risparmio assicurata dal bonus in modo da garantire l’invarianza della spesa netta, a valle del bonus.   

Il nuovo documento di consultazione dell’AEEGSI che formula orientamenti finali sulla riforma per il superamento della progressività della tariffa elettrica per le utenze domestiche recepisce molte delle osservazioni che abbiamo espresso.

Il varo della nuova tariffa elettrica proporzionale, nei tempi previsti dalla legge, consentirà la diffusione degli usi efficienti del vettore elettrico (pompe di calore, mobilità elettrica, cucine a induzione, illuminazione a LED) e costituisce un ingrediente essenziale della ricetta italiana proposta dagli Amici della Terra per una nuova politica di riduzione delle emissioni di gas serra basata sulla priorità dell’efficienza energetica sinergica con la promozione di filiere industriali italiane.

 

Le proposte degli Amici della Terra per gli obiettivi 2030
Per gli Amici della Terra, il conseguimento degli obiettivi europei delle politiche climatiche non deve rivelarsi punitivo per il nostro tessuto economico e industriale e non deve comportare ulteriori oneri in bolletta, né per le famiglie né per le imprese.

Riteniamo che uno scenario di crescita economica costituisca il presupposto per un diverso approccio agli obiettivi 2030. Senza crescita, difficilmente potranno essere effettuati gli investimenti necessari per raggiungere significativi miglioramenti dell’efficienza energetica. Allo stesso modo, questi investimenti potranno essere una componente fondamentale delle politiche economiche necessarie per uscire dalla attuale situazione di crisi.

Ciò implica una completa revisione delle politiche di sostegno al raggiungimento degli obiettivi energetico-ambientali a cominciare da una cessazione immediata di ogni nuovo incentivo per i grandi impianti eolici e per gli impianti di sola produzione elettrica senza recupero di calore. La priorità deve diventare la promozione dell’efficienza energetica e delle rinnovabili termiche la cui diffusione non è legata esclusivamente alla presenza di incentivi economici come è accaduto per il tumultuoso sviluppo delle rinnovabili elettriche.

In questo senso consideriamo un vero scandalo l’annuncio del decreto per destinare incentivi a nuovi impianti di rinnovabili elettriche non fotovoltaiche. Una simile decisione smentisce le valutazioni espresse nella Strategia Energetica Nazionale e le preoccupazioni per il costo sempre più alto degli oneri in bolletta e rende del tutto inutile lo sforzo fatto per il varo dei due decreti spalmaincentivi, già pericolosamente esposti al giudizio della Corte Costituzionale. Il danno peggiore dell’annunciato nuovo decreto è quello alla credibilità delle politiche del Governo, poiché ingenera il sospetto che le spinte di lobby agguerrite prevalgano rispetto all’interesse del paese.

 

L’impasse delle politiche UE
Più in generale, gli Amici della Terra ritengono che non sia più possibile accettare passivamente l’inefficacia e le contraddizioni delle politiche energetico-ambientali della UE a cominciare dal sistema ETS europeo. Sono mature le condizioni per una nuova strategia di decarbonizzazione a livello globale che si basi sul livello di eccellenza energetico-ambientale raggiunto in molti settori dell’industria europea. Dare un valore a questa qualità ambientale, in modo non autoreferenziale rispetto agli altri attori del mercato globale, creerebbe le condizioni per innescare un processo virtuoso nei mercati internazionali verso gli obiettivi delle politiche di riduzione delle emissioni climalteranti.

In questo senso abbiamo scritto una lettera aperta al Governo affinché faccia propria la proposta di una carbon intensity tax che agisca come leva di fiscalità ambientale tramite la modulazione delle aliquote IVA.

Non è questa la sede per illustrare la nostra proposta. Mi preme solo sottolineare che lo strumento della fiscalità ambientale non ha l’obiettivo di aumentare il gettito fiscale ma si prefigge di incentivare le produzioni più pulite e di disincentivare quelle meno pulite, anche fra quelle di importazione, secondo parametri certificati e internazionalmente riconosciuti.

L’Italia può aprire questa nuova strada con l’introduzione della carbon intensity tax a partire dai settori riconosciuti dalla UE come sottoposti a carbon leakage. Infatti, la stessa direttiva ETS[1] prevede che i Paesi membri possano introdurre misure a sostegno dei settori esposti a carbon leakage, basate sui parametri di intensità carbonica adottati come parametri di riferimento dalla UE.

Ciò consentirà al nostro paese di proporre con forza questo nuovo approccio alle politiche energetico-ambientali sia livello della UE che nell’ambito della COP 21 di Parigi.



[1] Comma 6 articolo 10 bis della direttiva 2003/87/CE e s.m.i..

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