Tags: Energia, Teleriscaldamento, Strategie energetiche
TELERISCALDAMENTO PER LA TRANSIZIONE
Mettere in Rete Tutto il Calore Disponibile
- In un articolo della Staffetta Quotidiana, Lorenzo Spadoni, nuovo presidente dell'Associazione Italiana Riscaldamento Urbano, ribadisce il ruolo del teleriscaldamento, il supporto che può dare alla transizione energetica, gli investimenti che le utility sono pronte a fare. Ma rivendica anche la necessità di definire un quadro di regole certe e superare alcune incongruenze e penalizzazioni.
“Il peso dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e del condizionamento è ancora oggi superiore al 70 per cento. D'altra parte questo settore è responsabile di oltre il 50 per cento dei consumi energetici per usi finali e, di questi, l'80 per cento è originato nelle città. Si può pertanto affermare che non può esistere una transizione energetica senza città sostenibili e che non possono esistere città sostenibili senza un riscaldamento e condizionamento sostenibili”. Lorenzo Spadoni, presidente AIRU (Associazione Italiana Riscaldamento Urbano) ribadisce il ruolo che la tecnologia del district heating può e deve avere nella transizione energetica in atto su scala globale. E focalizza l'attenzione su alcuni termini chiave: servizio, circular economy, flessibilità.
“Il teleriscaldamento è l'unica tecnologia in grado di recuperare, su territori relativamente estesi, significativi quantitativi di calore di scarto non altrimenti utilizzabile, proveniente dai siti produttivi, derivante da fonti rinnovabili o prodotto in assetto cogenerativo e di connettere questo calore con i bisogni di climatizzazione dei cittadini e delle comunità. In questo senso, si può affermare che il teleriscaldamento (e il teleraffreddamento) è un'opzione indispensabile per conseguire la sostenibilità del settore del riscaldamento e condizionamento nel suo complesso.”.
“Il teleriscaldamento può fornire un valido contributo alla transizione energetica - puntualizza - valorizzando tutte le risorse di calore disponibili sul territorio altrimenti disperse o non sfruttate. Non cadiamo nell'equivoco di rappresentare l'infrastruttura come un vincolo; al contrario è un'opportunità. La rete è un tramite che mette in comunicazione la domanda di calore da parte dell'utente finale e una fonte dove si genera o si recupera calore. È qui che si apprezza al massimo la flessibilità del teleriscaldamento, che è basato su una visione semplice: connettere le risorse e i bisogni locali. Teleriscaldamento (e teleraffreddamento) significa connettere le persone, connettere le comunità, connettere gli edifici, connettere le tecnologie.”.
“Nel tempo ha dimostrato di essere una tecnologia flessibile - prosegue Spadoni - in grado di adattarsi alle mutate esigenze del mercato e ai nuovi standard ecologici e ambientali. Grazie alla sua elevata flessibilità, è un sistema in costante evoluzione (oggi si parla di sistemi di quarta generazione) e quindi sempre giovane”.
“Per promuovere tale tecnologia è tuttavia fondamentale rimuovere numerose barriere ancora esistenti. Risulta necessario, ad esempio, implementare una corretta valorizzazione delle esternalità ambientali associate al teleriscaldamento. “Oggi siamo in presenza di un paradosso nell'applicazione del sistema ETS che determina un'evidente distorsione del mercato, per il fatto che i singoli impianti di riscaldamento non sono soggetti ad ETS mentre il teleriscaldamento, che pure ottimizza la sommatoria emissiva dei singoli impianti sostituiti, è invece soggetto”.
A questo proposito, conclude, “come AIRU sosteniamo un quadro di regole certe, condizione necessaria per lo sfruttamento del potenziale disponibile e per mettere in moto il volano degli investimenti che il settore del teleriscaldamento è impaziente di fare”.