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XI CONFERENZA NAZIONALE PER L’EFFICIENZA ENERGETICA

Quanto Conta l’Efficienza nella Transizione

L’annuale appuntamento degli Amici della Terra ha affrontato in modo pragmatico i temi del clima e dell’energia di attualità nelle scadenze nazionali, europee e internazionali. In questo breve sunto riportiamo le principali questioni su cui si è soffermato il dibattito. Gli atti, le presentazioni, le foto e il video completo dell’evento sono disponibili sulla pagina dedicata del sito www.amicidellaterra.it


L’XI Conferenza nazionale sull’efficienza energetica si è tenuta a Roma, il 3 e 4 dicembre, in una fase cruciale per le politiche energetico ambientali a tutti i livelli: negli stessi giorni, a Madrid, si è aperta la COP 25 sui cambiamenti climatici; la commissione UE (appena insediata) ha annunciato nuove politiche per un New Green Deal europeo; l’Italia sta per inviare (entro fine anno) la versione definitiva del Piano Nazionale Energia e Clima (PNEC) con gli obiettivi 2030.

Per gli Amici della Terra si è trattato di un’occasione importante per evidenziare e ribadire tutti quegli elementi di politica energetica che consentono la transizione della nostra economia verso la decarbonizzazione senza inutili penalizzazioni per la società e per il lavoro.

“Non sappiano ancora quale sarà il testo definitivo del PNIEC -ha detto la presidente dell’Associazione, Tommasi- ma riteniamo che sussistano ancora molte ambiguità. Ad esempio, vogliamo mettere subito in chiaro che, a differenza di quanto sostenuto da altri ambientalisti, noi pensiamo che non si risolva tutto con le rinnovabili elettriche intermittenti che finora hanno ottenuto la più grande fetta di incentivazione o con forme indiscriminate di carbon tax che non verrebbero accettate socialmente e danneggerebbero l’industria europea senza ottenere riduzioni di emissioni a livello globale. Queste sono politiche inefficaci e costose che spostano il problema e rischiano solo di accelerare il processo di impoverimento del Paese”.

“Abbiamo chiesto al neocommissario Gentiloni – ha detto ancora Tommasi – di promuovere presso la UE l’introduzione di una carbon border tax non discriminatoria come la proposta di ImEA che potrebbe invertire il fenomeno di carbon leakage e promuovere la decarbonizzazione delle economie, come la Cina, da cui importiamo quantità crescenti di prodotti”.

 

#primalefficienza

Secondo gli Amici della Terra, le scelte per il PNEC devono tenere conto di uno scenario a livello globale in cui le emissioni di paesi come la Cina hanno un peso prevalente (30% nel 2018) e crescente (+1,5%) mentre quelle della UE sono ormai solo il 9% e in riduzione (-1,9% nel 2018). Questa puntualizzazione non serve certo a chiedere di rallentare gli sforzi ma a confermare la scelta strategica della campagna #primalefficienza degli Amici della Terra e a sostenere il principio “efficiency first”, posto a pilastro delle politiche energetico-climatiche europee e del programma Green new Deal, annunciato dalla Presidente della Commissione europea von der Leyen.  

Infatti, sono gli investimenti nell’efficienza energetica che possono dare un buon risultato in termini di costo-efficacia per il raggiungimento degli obiettivi 2030 e 2050 di riduzione dei gas serra favorendo contestualmente l’innovazione nei processi e nei prodotti e sostenendo la competitività dell’industria e dei servizi europei.   

Ma, condividendo una delle principali obiezioni che la Commissione UE ha fatto allo schema di PNEC dell’Italia, gli Amici della Terra osservano che gli strumenti di intervento previsti nel piano non sono adeguati a conseguire gli obiettivi di efficienza energetica e rinnovabili termiche.

 

La riforma della tariffa elettrica

Una di queste criticità è stata anche discussa nella prima sessione della Conferenza, dedicata al tema “Elettricità è Efficienza”. Prendendo in esame gli obiettivi di elettrificazione dei consumi degli edifici residenziali, lo schema di PNEC prevede un aumento del 50% del consumo di rinnovabili termiche, sostenuto quasi esclusivamente da una maggiore diffusione delle pompe di calore elettriche, il cui apporto di fonti rinnovabili dovrebbe raddoppiare rispetto a quello attuale (da 2.650 ktep nel 2017 a 5.600 nel 2030).

In proposito, Monica Tommasi ha affermato: “Questo obiettivo del PNEC, che come Amici della Terra condividiamo, non sarà conseguibile se non verrà completata la riforma di superamento della progressività della tariffa elettrica. Siamo molto preoccupati, dopo che nel 2018 già una volta la scadenza prevista era stata rinviata, che non ci siano notizie su gli atti che l’Autorità per l’Energia dovrebbe compiere per portare in fondo il percorso di attuazione della riforma che prevedeva il superamento della progressività anche per gli oneri di sistema. Questa è una misura essenziale per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione nel residenziale e nel terziario. Gli Amici della Terra chiedono che l’ARERA rispetti le scadenze previste”.  

La preoccupazione, condivisa anche da Luigi Napoli di Elettricità Futura e Roberto Saccone, presidente di Assoclima, ha avuto una risposta quasi immediata con l’intervento del presidente dell’ARERA, Stefano Besseghini a conclusione dei lavori della Conferenza nel pomeriggio del 4 dicembre, che si è fatto interprete della volontà del Collegio di portare a termine la riforma nei tempi previsti.

La prima sessione, aperta da una relazione di Marco Borgarello, RSE, e da un intervento sugli scenari energetici Terna-Snam di Luca Marchisio, si è arricchita anche dei contributi di Diego Garrone, A2A, sulla convergenza di efficienza e fotovoltaico in autoconsumo; di Mario Salari, Applia Italia, sullo scaldacqua a pompa di calore; di Gaetano Parisi di Mitsubishi Electric sul contributo ambientale delle pompe di calore elettriche. Dino Marcozzi, Motus-E, ha relazionato sulla mobilità elettrica e Simone Benassi di Enel X ha anticipato il suo intervento sugli strumenti di rigenerazione urbana. Antonella Valitutti, del Ministero dell’Ambiente, ha confermato l’attenzione del Ministero sugli usi efficienti del vettore elettrico.

 

Il Bonus fiscale per i consumi del residenziale e del terziario

La Conferenza è tornata ad evidenziare che gli edifici del residenziale e del terziario rappresentano il 40% dei consumi finali di energia e che costituiscono il principale potenziale per gli obiettivi 2030. I lavori della II sessione, introdotti e coordinati da Monica Tommasi anche a nome dell’ordine degli ingegneri di Roma, hanno registrato una richiesta generalizzata a Parlamento e Governo, di stabilizzare il bonus fiscale almeno fino al 2030.  La relazione del Presidente dell’Enea Federico Testa sulla strategia di ristrutturazione di lungo termine ha messo in luce le importanti sinergie fra gli interventi di efficientamento e quelli di messa in sicurezza dal rischio sismico.

I diversi servizi di riqualificazione energetica per i condomini, con cessione del credito, sono stati illustrati da Giorgio Golinelli di Hera, da Giorgio Fontana di Eni Gas & Luce, da Paolo Bisinella di A2A Energy Solutions e da Cristian Acquistapace di Snam. Noris Pegoraro di CasaClima ha illustrato i protocolli dell’Associazione; Giovanni D’Anna di Confindustria Ceramica e Laterizi ha parlato della specificità della climatizzazione per le abitazioni mediterranee. Fausto Ferraresi di AIRU è tornato ad illustrare i vantaggi del teleriscaldamento. La sessione è stata conclusa dall’intervento del deputato M5S Andrea Vallascas che ha illustrato i contenuti del suo progetto di legge sulla promozione della riqualificazione energetica degli edifici.

 

Salvaguardare l’esperienza dei Certificati bianchi e rilanciarla

La terza sessione della Conferenza coordinata da Tommaso Franci, nella mattina del 4 dicembre è stata la più affollata della Conferenza e ha affrontato il tema dei certificati bianchi che era stato già “stressato” dal dibattito sulle pagine di Astrolabio (articolo 1, articolo 2, articolo 3, articolo 4). La relazione introduttiva di Cristina Vajani, del GSE, ha fatto il punto sul meccanismo dei TEE; gli interventi di Palmieri di Hera SpA, Mattia Sica di Utilitalia, Michele Santovito di Assoege e Dario Di Santo direttore di FIRE hanno difeso la formula dei TEE ed esposto interessanti proposte per l’aggiornamento del meccanismo. Mauro Antonetti di Confindustria Ceramica e Laterizi, Francesco Campaniello di Assoesco hanno descritto lo spazio di sviluppo dello strumento per l’industria e Marco Golinelli di Italcogen si è soffermato sul potenziale della cogenerazione e del recupero termico.

Mauro Mallone che ha concluso i lavori della sessione per conto del Ministero dello Sviluppo economico, ha rassicurato sul mantenimento del meccanismo per il 2020 ma, nella prospettiva 2030, ha invitato a riflettere sulle opportunità di modifica legate al trasferimento dell’obbligo dai distributori ai venditori di elettricità e gas e al superamento del rimborso a carico della tariffa.

 

Il ruolo del gas nella transizione

Nella sessione finale della Conferenza, gli Amici della Terra hanno voluto affrontare apertamente il ruolo del gas naturale nella transizione energetica dal punto di vista di un ambientalismo razionale e senza tabù, anche a partire dai dati e da un inquadramento del profilo ambientale dell’utilizzo del gas illustrati nella relazione di Antonio Caputo di ISPRA.

Monica Tommasi ha illustrato la posizione degli Amici della Terra dichiarando: “Non condividiamo gli atteggiamenti ideologici di chi, nel mondo ambientalista, si oppone pregiudizialmente all’entrata in vigore di meccanismi di capacity market necessari e, allo stesso tempo, sostiene una drastica attuazione del phase-out delle centrali a carbone ancora presenti nel parco termoelettrico italiano. C’è persino chi, in nome della guerra ai fossili, si oppone pregiudizialmente al potenziale di sviluppo degli usi del GNL nel trasporto stradale pesante e, in particolare, nel trasporto marittimo”.

Una delle questioni che viene sollevata per opporsi al ruolo del gas naturale nella transizione energetica per i trasporti è quella delle emissioni dirette di metano (che è uno dei gas climalteranti) nella supply chain del gas naturale, un aspetto che esiste ma che può essere circoscritto e minimizzato con opportuni interventi sulle infrastrutture, come è stato illustrato dalla relazione di Ben N. Ratner, rappresentante dell’associazione statunitense Environmental Defense Fund (EDF).

Contestualmente, Tommaso Franci ha diffuso alcuni dati ricavati dai rapporti ISPRA secondo i quali “le emissioni dirette di metano, in Italia, sono generate per il 44,9 % dall'agricoltura, per il 37,1% dalla gestione dei rifiuti, e per il 17,9% dal settore dell'energia pari a circa 7,9 Mt di CO2eq. Di queste ultime il 4,7 Mt di COeq sono originate dalla filiera del gas naturale (produzione, stoccaggio, trasporto e distribuzione) pari a circa l’1% del totale dei gas serra del nostro paese”.

Hanno partecipato al dibattito portando le proprie esperienze e valutazioni, Massimo Santori di CNH Industrial-IVECO, Andrea Arzà di Assogasliquidi, Chicco Testa in rappresentanza di Sorgenia, Diego Gavagnin della Conferenza GNL, il senatore leghista Paolo Arrigoni e Massimo Bruno di Enel. Lucia Leonessi di Confindustria Cisambiente ha parlato del biometano; Leonardo Gelpi di Eni e Massimo Derchi di Snam hanno illustrato le misure, gli investimenti e i risultati dei settori dell’estrazione e della distribuzione per ridurre al minimo i rilasci diretti di gas metano.

Stefano Besseghini, presidente di Arera, ha concluso i lavori della Conferenza condividendo le comunicazioni appena rilasciate nelle audizioni alle camere sui temi del Pniec e dei certificati bianchi.

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