Tags: Amici della Terra, Energia, Governo, Fonti rinnovabili, Eolico

LA LOBBY DELL’EOLICO COLPISCE ANCORA:

Tornano i Maxi Incentivi a Spese dei Consumatori e del Paesaggio

di: Rosa Filippini
Ministero dello Sviluppo schizofrenico: con un decreto “spalma” gli incentivi già attribuiti al fine di ridurre le bollette, con un altro vorrebbe distribuirne di nuovi rialzando le bollette oltre ogni limite già stabilito.



Ci risiamo: sembra che anche questo governo non riesca a resistere al fascino della lobby eolica e si appresti a dare ancora altri soldi agli impianti di rinnovabili elettriche  a spese delle nostre bollette e del paesaggio italiano. E’ il viceministro allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, ad annunciare un provvedimento “tampone” per ridefinire il tetto di 5,8 miliardi di euro destinati dal decreto 6 luglio 2012 agli incentivi alle fonti rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico.

Il viceministro  dichiara che “abbiamo bisogno di accompagnare le rinnovabili alla grid parity anche perché è importante consolidare le filiere che si stanno formando in Italia”, ma omette di spiegare quanto ci costi un tale “accompagnamento”.  Lo ricordiamo noi:

- Il tetto di spesa di 5,8 miliardi verrebbe rialzato a favore delle sole fonti rinnovabili elettriche, principalmente pale eoliche che  deturpano i crinali degli Appennini e grandi impianti a biomassa o geotermici non cogenerativi, ovvero che producono solo elettricità senza recupero di calore e che, nel caso di quelli a biomasse, sono generalmente alimentati con olio di palma o altra materia prima proveniente dall’estero.

- In queste filiere, compreso il fotovoltaico, c’è ben poco di italiano se non l’incentivo fuori misura che è già costato ai cittadini italiani 38 miliardi di euro dal 2009 a oggi e che, per gli stessi impianti già installati, costerà almeno altri 200 miliardi nei prossimi 20 anni. Un esborso, equivalente a circa 13 miliardi all’anno, che pesa come un macigno sulle possibilità di ripresa dalla crisi economica.

- L’obiettivo del 17%, assegnato dal’Europa al 2020 per la produzione di energia da fonti rinnovabili, è già quasi raggiunto con 6 anni di anticipo e, in particolare, quello stabilito a livello nazionale per l’energia elettrica (29% del totale dei consumi elettrici) è stato abbondantemente superato arrivando a coprire quest’anno circa il 36% dei consumi elettrici.

- Questo salasso pesa sulle bollette elettriche come tassa occulta condannando molte piccole imprese italiane al fallimento e le grandi ad una scarsa competitività sui mercati internazionali. Inoltre le bollette elevate penalizzano gli usi efficienti dell’elettricità come le pompe di calore o le cucine a induzione.

- Allo stesso tempo, l’entità degli incentivi agli impianti eolici è tale che ha finito per alimentare il nuovo business della criminalità organizzata in tutto il Mezzogiorno.

- Questo drenaggio di risorse avviene a scapito delle fonti rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica che con un quinto delle risorse impiegate potrebbero dare gli stessi risultati in termini di riduzione dei gas serra sviluppando, però, filiere davvero italiane.

La stessa Strategia energetica nazionale voluta fortemente dal Ministro De Vincenti durante il Governo Letta denuncia l’eccesso di incentivazione alle rinnovabili elettriche a discapito del costo dell’energia al consumatore finale e delle altre filiere di rinnovabili e di efficienza energetica. Nei primi mesi del Governo Renzi, la ministra Guidi si è preoccupata di correggere il tiro con il decreto “spalma incentivi” che, diluendo gli incentivi al fotovoltaico, si proponeva di alleggerire la bolletta elettrica. Gli Amici della Terra hanno sostenuto quel decreto, non tanto per il suo contenuto quanto per il segnale che sembrava dare di un cambiamento di rotta rispetto alle speculazioni provocate dagli eccessi di incentivazione di questi anni.

Ora il Governo prepara una nuova giravolta. Ci aspettiamo che almeno l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas esprima una censura di questa arrogante proposta  di decreto che sembra  costruita nei corridoi del Ministero dello Sviluppo economico su misura delle lobby dell’eolico che, grazie agli incentivi incassati, hanno il tempo e le energie di stazionarvi in permanenza. 

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