Tags: Raccolta differenziata, Rifiuti, Salute
I PROBLEMI DELLA CARTA TERMICA
Lo Scontrino? Via Mail!
- di: Nino Di Franco e Carlotta Basili
- Nell'arco della giornata passa tra le mani di ciascuno di noi un elevato numero di scontrini, che spesso rimangono a lungo nelle tasche di pantaloni e giacche. Questi pezzetti di carta, apparentemente innocui, vanno trattati con attenzione perché possono essere veicolo di una sostanza potenzialmente tossica. La vera soluzione al problema sarebbe lo scontrino elettronico. In attesa, meglio incenerirli che recuperarli.
I registratori di cassa, i terminali bancomat/carte di credito, ecc., non possono essere alimentati da grandi quantità di carta né da inchiostri/toner per evidente mancanza di spazio, si utilizza perciò la “carta termica”, in pratici rotolini facilmente introducibili nei registratori o nei bancomat.
Nella carta termica l’inchiostro è presente direttamente sulla carta e appare una volta che la testina termica “stampa” il carattere. Questo tipo di carta deve perciò essere preventivamente preparata tramite 'spalmatura' con un composto sensibile alla temperatura, il BFA o BPA (bisfenolo A).
Il BFA è un composto chimico usato, oltre che nella carta termica, come reagente nel processo produttivo di materiali a contatto con gli alimenti, come la plastica per stoviglie riutilizzabili e i rivestimenti interni, in genere protettivi, per lattine. Residui di BFA possono migrare negli alimenti e nelle bevande ed essere ingeriti dai consumatori ma in quantità minimali, normalmente ritenute non pericolose per la salute umana; il BFA proveniente da altre fonti, tra cui la carta termica, alcuni tipi di cosmetici e la polvere, può essere assorbito attraverso la cute e per inalazione.
L’EFSA (European Food Safety Authority), nell’ultima valutazione sull’esposizione dei consumatori al bisfenolo A e sulla tossicità della sostanza, ha concluso che il BFA non rappresenta un rischio per la salute della popolazione di alcuna fascia di età (inclusi feti, neonati e adolescenti), ai livelli attuali di esposizione. Anche se, come la dott.ssa Husøy (membro del gruppo di esperti scientifici dell’EFSA) ha sottolineato: “mancano dati sull’esposizione cutanea (per esempio, la quantità di BFA assorbita dall’organismo attraverso la cute per contatto con la carta termica), il che aumenta l’incertezza dei calcoli relativi all’esposizione attraverso la carta termica e i cosmetici”.
La preoccupazione di limitare la diffusione nell’ambiente di quantitativi di materiali potenzialmente tossici ha posto il problema di come smaltire la carta termica in modo adeguato.
Innanzitutto, è utile e corretto raccogliere gli scontrini in modo differenziato insieme alla carta?
Assocarta - l'organizzazione che riunisce i produttori, trasformatori e consumatori di carta in Italia – consiglia di non gettare gli scontrini nella campana della raccolta differenziata della carta, per evitare che anche minime quantità di carta termica possano entrare nel ciclo della produzione di carte alimentari (a contatto con alimenti) o 'tissue' come i fazzoletti o la carta igienica o gli scottex, che invece vanno a contatto con la pelle. Le campane per la raccolta differenziata raccolgono un coacervo di tutte le tipologie possibili di carta, da quella per imballaggi ai tetrapak, dai giornali a colori ai quotidiani, dal cartone ai fogli di carta scritta, ecc. La carta viene prodotta secondo due filiere principali: da parte di cartiere che adoperano cellulosa (per produrre carte di alta qualità) o da cartiere che adottano carta di recupero (“macero”, per produrre carte di inferiore qualità). La carta di recupero a sua volta è suddivisibile in due stock principali: maceri di qualità (normalmente rifili dalle industrie cartotecniche, elenchi telefonici, ecc.), con i quali produrre carta di buona qualità, e maceri da raccolta differenziata stradale. Con questi ultimi maceri, vista la loro natura largamente eterogenea, non possono essere prodotte carte bianche di qualità, ma solo di qualità ancora inferiore, come per esempio il 'medium' o il 'fluting', ossia la carta che forma l'onda al centro dei cartoni a doppia o tripla copertina. Infatti un tale tipo di carta non deve possedere né doti di 'bianco' né particolari doti di resistenza (qualità invece richieste alle carte di qualità).
La sorte degli scontrini e del relativo BFA, se conferiti nella campana stradale, è quindi molto probabilmente quella di andare a finire nel medium o nel fluting, quindi in carte che non dovrebbero entrare in contatto con la catena alimentare umana o animale. Tovaglioli e fazzolettini (i cui componenti possono entrare nella catena alimentare) possono essere prodotti a partire da carta da macero, ma in questi casi i maceri sono di alta qualità, e quindi è escluso che in tale filiera possa entrare la carta termica, se non in quantità molto marginali e quindi non nocive.
Se, invece gli scontrini vengono gettati nell’indifferenziato e, quindi finiscono in discarica, il BFA potrebbe essere rilasciato in ambiente attraverso il percolato (e quindi nella falda, ecc.); tutto dipende da come è stata realizzata la discarica e da come è gestita. Dall’indifferenziato possono finire anche in un inceneritore e, a questo punto, verrebbero bruciati e il BFA si disgrega quando sottoposto a combustione.
Al momento, il tema non è avvertito come un'emergenza sia per la bassa quantità relativa di carta termica rispetto al volume totale di carta utilizzata, sia per la bassa grammatura della carta termica (è molto leggera per cui il peso complessivo di carta da elaborare è molto piccolo), sia per la bassa percentuale di BFA presente.
Non sono note politiche di recupero della carta termica in quanto tale, né in Italia né all'estero. A fronte dei flussi di carta riciclata, il quantitativo di carta termica dovrebbe essere una frazione trascurabile, quindi è improbabile che simili politiche siano state effettivamente adottate e che, nel caso, abbiano prodotto risultati apprezzabili. Inoltre il recupero differenziato della carta termica, considerato che lo scontrino emesso potrà seguire le vie più disparate (dall'essere conservato per le dichiarazioni dei redditi all'essere immediatamente gettato nel cestino dei rifiuti) sarebbe impossibile se non a costi insostenibili per la collettività.
La soluzione all'eventuale problema indotto dal BFA sarebbe la sua sostituzione con composti meno pericolosi, e l'industria chimica si sta probabilmente ponendo il problema e cercando di risolverlo; è da evidenziare però che in Italia, essendo la carta termica esclusivamente di importazione, non è possibile a livello nazionale coinvolgere i produttori ai fini dell'eliminazione del BFA.
Lo scontrino elettronico potrebbe essere una soluzione e quindi bisognerebbe attuare politiche per la sua introduzione.