Rapporto Ispra sull’andamento degli inquinanti atmosferici in Italia tra il 1990 e il 2018


L’Ispra ha presentato l’Informative Inventory Report 2020, che descrive la comunicazione annuale dell’inventario nazionale delle emissioni delle sostanze transfrontaliere in accordo a quanto previsto nell’ambito della Convenzione sull’Inquinamento Transfrontaliero a Lungo Raggio (CRLTAP/UNECE) e dei relativi Protocolli di riduzione delle emissioni di tali sostanze. 

Il rapporto spiega gli andamenti della serie storica delle emissioni degli inquinanti atmosferici dal 1990 al 2018, che mostrano un trend di decrescita per la maggior parte degli inquinanti. Le riduzioni sono particolarmente rilevanti per gli inquinanti principali (SOX -94%; NOX -68%; CO -69%; NMVOC -54%) e il piombo (-95%).

Per quanto riguarda gli ossidi di azoto (NOx), la cui la principale fonte di emissioni è il trasporto su strada (circa il 43% nel 2018), si registra una riduzione del 71% tra il 1990 e il 2018. Tra i settori interessati, l’unico che evidenzia un aumento delle emissioni è rappresentato dal riscaldamento (+36%, pari al 13% del totale).

Il trend delle emissioni dei Composti Organici Volatili diversi dal metano (COVNM) mostra una riduzione di circa il 54% tra il 1990 e il 2018. L’uso di solventi è la principale fonte di queste emissioni, contribuendo al totale con il 39%, e mostra una diminuzione di circa il 41% rispetto al 1990. I COVNM sono, insieme agli NOx, tra i principali precursori dell’ozono (O3) e del materiale particolato (PM).

Il PM10 primario ha fatto registrare un calo del 40% tra il 1990 e il 2018, passando da 296.000 a 177.000 tonnellate. La principale fonte di emissione nel 2018 è risultata il riscaldamento, che contribuisce al totale per il 54%. Non solo. Il riscaldamento, con un +41%, è l’unico settore che aumenta le proprie emissioni rispetto al 1990 a causa della crescita della combustione di legna per il riscaldamento residenziale, mentre calano di oltre il 60% quelle prodotte dal trasporto stradale, che nel 2018 rappresentano il 12% del totale.

L’Ispra ha fatto un focus sulle emissioni di ammoniaca del settore agricoltura e allevamento, che rappresentano più del 90% delle emissioni nazionali di ammoniaca e che dal 1990 sono diminuite del 23% (345.000 tonnellate di NH3 nel 2018). L’80% di queste emissioni deriva dagli allevamenti e in particolare dalle categorie bovini, suini ed avicoli e riguardano le fasi di gestione delle deiezioni nei ricoveri, negli stoccaggi e durante le fasi di spandimento al suolo. Il contributo dell’uso dei fertilizzanti sintetici alle emissioni totali del settore è del 15% circa. Il calo è dovuto alla riduzione del numero dei capi, delle superfici e produzioni agricole, dell’uso dei fertilizzanti sintetici e alla diffusione delle tecniche di riduzioni delle emissioni.

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