Tags: Amici della Terra, Energia, Fonti rinnovabili

EOLICO E FOTOVOLTAICO

Tassare le rendite abnormi

Comunicato stampa delle associazioni Italia Nostra, Mountain Wilderness, Comitato nazionale del paesaggio, Comitato per la bellezza, Amici della Terra e LIPU (3 maggio 2013).


Le associazioni intervengono a sostegno delle proposte di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi che sul Corriere della Sera di lunedì 22 aprile 2013 avevano sostenuto: “gli incentivi alle energie rinnovabili costano a famiglie e imprese (che li pagano in bolletta) oltre 10 miliardi l’anno. Una parte di questi denari sono una rendita concessa a chi ha investito nelle rinnovabili. Anche questo non ce lo possiamo permettere. L’argomento che non si violano i contratti è debole. Se il paese rischia il collasso e si stanno pagando rendite ingiustificate nulla può essere sacro”. Già Massimo Mucchetti, sul Corriere della Sera del 12 gennaio 2012, sempre a proposito dei sussidi alle rinnovabili, scriveva: “davanti agli errori di politica industriale(…) può il governo limitarsi a dire pacta sunt servanda ? Magari deve, ma perché per taxi e pensioni non lo sono?”. Da ultimo, il 3 maggio 2013, sempre sul Corriere della Sera, il presidente dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas Guido Bortoni, afferma:”Bisognerà ridurre il monte oneri complessivo (del costo dell’energia elettrica), e la chiave per farlo è la selettività. Segnaleremo molto presto al nuovo governo i termini della questione. Se ci sono rendite ingiustificate o extraprofitti, vanno ridotti”.

Dove trovare i soldi per ridurre o abolire l’IMU sulla prima casa? Su questo quesito si rischia già la prima crisi di governo. A nostro avviso l'attenzione va concentrata anche su quelle imprese che, pur nel colmo di una crisi acutissima, portano a casa e talvolta trasferiscono all’estero, enormi profitti lucrati grazie agli incentivi più alti del mondo assegnati negli anni passati all’eolico ed al fotovoltaico industriali. Pensiamo al “re del vento” Vito Nicastri che con alcuni impianti eolici si era "messo da parte" 1 miliardo e 300 milioni, unicamente in veste di "sviluppatore". Pensiamo al 2007, quando la International Power comprò per un miliardo e 800 milioni di euro soltanto una parte delle centrali eoliche della IVPC dell’avvocato Oreste Vigorito, allora Presidente dell’ANEV (per entità, fu la nona transazione al mondo di quell’anno).

In Italia le rinnovabili elettriche non sono infatti cresciute nel modo misurato e progressivo in grado di farci raggiungere, con equilibrio ed utilità sociale diffusa, il traguardo fissato dalla UE per il 2020. Al contrario sono state date in pasto ad un vero e proprio assalto speculativo, attuato anche attraverso veri e propri colpi di mano. Assalto che ha portato ad invadere vastissime aree agricole a coltura e a deturpare incontaminati paesaggi montani (in evidente spregio dell'art. 9 della Costituzione). Assalto che graverà per 12 miliardi l'anno sulle bollette degli italiani per il prossimo ventennio. Bisogna quindi neutralizzare questi eccessi, ingiustificati sia sotto il profilo del rapporto costi/benefici, sia dal punto di vista degli interessi dell'industria italiana.

Bisogna ridurre in modo sostanzioso l’onere delle decisioni sbagliate assunte in passato, tassando le rendite abnormi che altrimenti continueranno ad arricchire unicamente i produttori industriali di energia eolica e fotovoltaica. Proposte simili sono già state avanzate da autorevoli economisti come Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, e da osservatori attenti delle politiche industriali, come Massimo Mucchetti. Sarebbe utile ora una pronta proposta del Governo, che, nell'emergenza in atto, ha il dovere di non farsi condizionare da lobby speculative, ma di pensare unicamente ad un equilibrato sviluppo delle rinnovabili inquadrato nel più generale interesse dell’Italia e degli italiani.

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