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VERSO IL DEPOSITO NAZIONALE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI

Primo Passo? Sempre più Incerto.

di: Rosa Filippini
Girano voci di commissariamento per la SOGIN, le accuse sono circostanziate, il danno è già documentato, ma il Governo ancora non provvede.



Nel settembre scorso, l’Astrolabio ha pubblicato due documenti di critiche generali e circostanziate alla guida tecnica dell’ISPRA sui criteri di localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Tuttavia, attraverso la penna di Roberto Mezzanotte, osservavamo che “il primo passo (…) è stato finalmente compiuto. Si può dire (…) che avrebbe potuto essere più rapido, più deciso, più preciso. Ma quel che ora più conta è che tutti gli attori che la complessa procedura chiama in causa svolgano adesso il proprio ruolo con il massimo impegno. Si tratta di dare soluzione a un vero problema nazionale e di far fronte a una situazione di urgenza prima che si verifichino situazioni di emergenza.”

A pochi mesi di distanza, dobbiamo prendere atto che siamo stati troppo ottimisti. In dicembre, infatti, il Presidente della Commissione Industria del Senato Massimo Mucchetti e numerosi altri componenti, appartenenti a tutti i partiti (tranne i grillini), hanno scritto alla Ministra dello Sviluppo economico Guidi e al Ministro Padoan per denunciare lo stato di grave impasse in cui versa la Sogin, l’ente incaricato della dismissione e messa in sicurezza degli impianti nucleari. La Sogin, infatti, per aperta ammissione del suo presidente Zollino di fronte alla Commissione, ha dovuto tagliare parti importanti delle attività previste dal proprio programma quadriennale, determinando un rinvio indeterminato degli smantellamenti delle centrali esistenti e un danno economico, a carico dei consumatori elettrici, superiore a cento milioni per ogni anno di ritardo che sarà causato dal rinvio. Successivamente, i vertici della Sogin sono stati sentiti anche dalla Commissione bicamerale sui rifiuti. Di recente, Mario Pirani, su La Repubblica ha ripreso i contenuti della lettera dei senatori, ma nessuna risposta risulta ancora pervenuta. Per questo motivo, ve ne proponiamo di seguito il testo integrale, pubblicato finora solo dal blog del presidente della Commissione.

Signor Ministro dell’Economia, signora Ministro dello Sviluppo economico, con questa lettera i sottoscritti senatori, membri della Commissione 10a (Industria, commercio e turismo), intendono segnalare ai ministeri competenti la loro preoccupazione per la situazione della Sogin, azienda interamente controllata dallo Stato, alla vigilia della presentazione della mappa dei siti per il deposito unico nazionale delle scorie nucleari. Durante le audizioni dei vertici della Sogin, svolte dalla Commissione 10a nel contesto dell’affare assegnato “sulle strategie dei nuovi vertici delle principali società direttamente o indirettamente controllate dallo Stato, con particolare riferimento ai settori di interesse della Commissione “(Atto n. 376), sono emersi ritardi, inattesi e gravi, nell’attuazione del piano quadriennale di attività 2014-2017 dell’azienda.

“L’11 novembre scorso, la Commissione 10a ha ascoltato l’amministratore delegato, Riccardo Casale, che ha riferito sul doppio ridimensionamento del piano quadriennale varato dalla gestione precedente nel giugno 2013 e ora presentato come un “piano elettorale” eccessivamente ambizioso, benché fosse stato a suo tempo approvato dal Governo. Il primo ridimensionamento del piano risale al dicembre 2013 e comporta un taglio di circa 130 milioni di euro alle attività di decommissioning previste nel periodo. Secondo Casale, questa prima rimodulazione non era stata approfondita a sufficienza da parte del Consiglio di amministrazione. Nella successiva audizione del presidente, Giuseppe Zollino, convocato dalla Commissione 10a il 19 novembre per integrare le informazioni fornite dall’Amministratore delegato, si è appreso che alla prima rimodulazione erano state dedicate, progetto per progetto, tre riunioni del Consiglio di Amministrazione.

“Nell’ottobre 2014, l’Amministratore delegato ha portato al Consiglio di amministrazione una seconda rimodulazione del piano quadriennale, riducendo le attività di decommissioning per il solo triennio 2015-2017 di ulteriori 120 milioni di euro. Per gli anni 2015 e 2016 la riduzione è rispettivamente del 42 per cento (da 137 a 80 milioni) e 37 per cento (da 161 a 102 milioni), rispetto a quanto prospettato solo 10 mesi prima. Se si sommano i tagli del dicembre 2013 con quelli dell’ottobre 2014, quali sono stati esposti alla Commissione, la riduzione di attività di decommissioning sul quadriennio 2014-2017 ammonta a ben 250 milioni di euro.

“Queste notizie contrastano radicalmente con il quadro ottimistico tracciato in precedenza dall’Amministratore delegato, sia in un incontro con il Presidente della Commissione 10a, richiesto dal manager, sia nel rendiconto semestrale della società, sia, infine, nelle dichiarazioni pubbliche dello stesso Casale, che, ancora ai primi di agosto 2014, annunciava l’accelerazione marcata delle attività di decommissioning. Di fronte alla Commissione, Casale, nella sua qualità di responsabile della gestione, ha riferito di aver preso atto dei gravi ritardi nell’avanzamento dei progetti solo dopo le ferie estive.

“La circostanza suscita allarme, perché lo stato di avanzamento di progetti pluriennali come quelli tipici della Sogin va monitorato con tempestività per evitare che le criticità, sempre possibili, si cristallizzino con il duplice effetto negativo di generare oneri ulteriori e imprevisti e di rallentare l’esecuzione delle opere.

“Quale causa di fondo dei ritardi registrati nell’autunno 2014, Casale ha citato la “mentalità da esercente di centrali nucleari” del personale Sogin. Un’analisi che suscita sorpresa dato che le centrali nucleari sono state spente trent’anni fa. Di fronte ai quesiti della Commissione, il presidente Zollino ha invece precisato che le cause dei ritardi dei principali progetti, discusse in tre sessioni del Consiglio di amministrazione, sono riconducibili in misura preponderante (tranne poche eccezioni) a criticità di gestione.

“Il piano revisionato e adottato nell’ottobre 2014 mostra che, in media sul quadriennio, il valore delle attività di decommissioning è pari a circa 100 milioni di euro. Il che comporta, rebus sic stantibus, un potenziale ritardo di 14 mesi nel completamento del decommissioning degli otto siti. Considerando i costi di manutenzione e mantenimento in sicurezza dei siti (oltre 70 milioni l’anno) e i costi generali di struttura (circa 45 milioni, sempre su base annua), il ritardo di 14 mesi comporta un costo aggiuntivo di circa 150 milioni che viene automaticamente scaricato sulla bolletta elettrica. Un tale costo equivale al 10 per cento del risparmio sulla bolletta elettrica delle piccole e medie imprese che il Governo ha promosso con il decreto Competitività per il 2015.

“Pertanto, preso atto del grave ritardo nell’attuazione del piano quadriennale della Sogin denunciato dal suo stesso Consiglio di amministrazione, constatato come lo stesso Consiglio abbia individuato nelle criticità gestionali l’origine prima del ritardo, considerato che, di questo passo, tale ritardo potrebbe generare oneri aggiuntivi non trascurabili a carico della bolletta elettrica nazionale che finirebbero con l’indebolire l’azione del Governo per ridurre i costi energetici, i sottoscritti senatori chiedono al Governo di prendere rapide e incisive iniziative per assicurare alla Sogin una gestione in grado di recuperare i ritardi, altrimenti onerosi per i consumatori, e di attuare gli obiettivi industriali nei tempi previsti.”

Vai qui per la lettera in formato pdf.

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